martedì , 15 Ottobre 2024

Stanziati 148 milioni di euro per sci e impianti di risalita dal Ministero del Turismo

Quattro milioni di euro contro 148 milioni di euro. I primi, sono quelli stanziati dal Ministero del Turismo per la promozione dell’ecoturismo e del turismo sostenibile. I secondi, sono quelli dedicati invece dal medesimo dicastero per l’ammodernamento, la sicurezza e la dismissione degli impianti di risalita e di innevamento artificiale, a fronte di uno stanziamento complessivo di 200 milioni di euro previsti per il triennio 2024-2026. Entrambi gli stanziamenti erano previsti nella legge di bilancio 2023 varata dal Parlamento oltre un anno fa, e le graduatorie sono state pubblicate in questi giorni sul sito del Ministero.

Investimenti in vista di Milano-Cortina 2026

«La pubblicazione della graduatoria relativa al fondo per l’ammodernamento, la sicurezza e la dismissione degli impianti di risalita e di innevamento artificiale rappresenta un passo significativo verso un investimento di rilevanza per le montagne italiane, un asset strategico fondamentale per il turismo». Così ha commentato la ministra Daniela Santanché al rilascio della graduatoria «Questa azione sinergica e concreta, a cui il ministero dedica particolare attenzione, concede oltre 147 milioni di euro e si aggiunge ai fondi destinati agli Appennini e quelli del bando Montagna Italia, portando il totale degli investimenti a oltre 250 milioni di euro. Questa iniziativa favorirà la crescita e lo sviluppo di questo importante comparto, che riveste un ruolo strategico per l’economia nazionale, specialmente in vista di Milano-Cortina 2026». Il fondo, ha aggiunto poi la ministra, sarà integrato da ulteriori 100 milioni di euro, presenti in manovra di bilancio (al momento in fase di discussione alla Camera).

«Questi stanziamenti contribuiranno innegabilmente ad alzare il livello competitivo del comparto montano italiano, consolidando una strategia senza precedenti, mirata a garantire il massimo sviluppo e sfruttamento del potenziale turistico delle nostre montagne».

Il parere di UNCEM

Dubbioso, invece, è l’UNCEM (Unione Nazionale Comuni ed Enti Montani), che ha evidenziato l’assenza di sinergia tra i due fondi, la forbice amplissima tra le due dotazioni economiche e il mancato coinvolgimento dei territori e degli enti locali su un settore quanto mai attuale come quello del turismo.

A fronte dell’aumento dei costi energetici, della riduzione delle precipitazioni nevose e della carenza di servizi essenziali in moltissime aree montane, pensare di devolvere risorse tanto ingenti direttamente alle aziende di un unico settore anziché a cordate territoriali di enti e privati rischia di essere una scelta poco lungimirante. Così come il mancato sostegno verso modalità di sviluppo turistico alternativo e sostenibile dei territori montani, destagionalizzato e maggiormente democratico, nella consapevolezza che il turismo (compreso quello sciistico) rimane ad oggi un asset fondamentale per l’economia di molte vallate.

Uno sguardo anacronistico sul futuro della montagna

Che l’attenzione dell’attuale Ministero del Turismo italiano rispetto alla montagna e al turismo in quota sia orientata prevalentemente al sostegno del comparto dello sci e dei suoi indotti non è certo cosa nuova: a stupire (ma non poi così tanto) è semmai che si continui pervicacemente ad andare in un’unica direzione. Una direzione che appare sempre più anacronistica: per l’impatto che essa continua ad avere sui territori, per l’opposizione di frange sempre più ampie di popolazione, per i costi che essa richiede e per il suo essere espressione di un approccio alla montagna che oggi andrebbe ripensato da capo.

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