domenica , 28 Aprile 2024

Paesi da scoprire e storie di restanza nella Sicilia d’entroterra, tra Madonie e Monti Iblei

Nella luce bassa del tramonto, le case bianche del centro storico di Scicli si pennellano di festoni di luce color zafferano, i fregi barocchi s’infiammano e tutto l’abitato assume i contorni evanescenti e morbidi della fiaba. La campagna circostante, quadrettata di muretti a secco e dal verde intenso delle enormi chiome dei carrubi, è tutta un frinire di cicale e i Monti Iblei s’allungano morbidi e perlacei verso il Mediterraneo, sfumati nella foschia azzurrina che sale dal mare. Siamo nell’estremo sud della Sicilia, nella provincia di Ragusa che s’affaccia dritta su Malta e su Gozo e che deve la sua fama a due cose soprattutto: al tardo barocco siciliano della Val di Noto, patrimonio dell’Umanità Unesco, e al Commissario Montalbano, che venne girato proprio qui, in queste terre di sole e di vento, sospese tra sviluppo turistico e radici da preservare, tra tradizioni e slanci verso il futuro. Oggi, i Monti Iblei fanno parte di quelle aree interne siciliane che sempre più spesso diventano meta di chi desidera conoscere una Sicilia autentica, sfuggendo alle definizioni standard e ai cliché di mare-arancini-mandolini per scoprire invece un territorio vivissimo, intenso e sfaccettato.

Esperienze artigiane legate al territorio nei Monti Iblei

«Ciò che ti fa restare qua, in questa fine del mondo, è una cosa sola: la sete. Non solo la passione, non solo l’ingegno. E’ la sete, che ti nutre di idee sempre nuove. E di un legame con questa terra che va compreso, va raccontato, va vissuto con tutti i sensi». Vent’anni fa, quando Enrico Russino aprì la sua azienda agricola a Scicli, aveva tutti contro: l’unica cosa che avrebbe potuto coltivare – gli dicevano – erano pomodori e melanzane. Ma lui aveva un’altra idea e il sogno di costruire qualcosa di diverso e di unico: un luogo tutto dedicato alle erbe aromatiche e officinali, cappero in primis, e capace di offrire non solo aromi e sapori, ma anche esperienze a tutto tondo. Esperienze di gusto (insieme alla moglie Rita, chef e maestra della cucina), esperienze sensoriali, esperienze di ritorno alla terra e alla natura, esperienze d’arte e cultura. Oggi, la sua tenuta Gli Aromi è punto di aggregazione culturale, spettacoli nell’anfiteatro affacciato sul mare, laboratorio esperienziale botanico e culinario molto frequentato soprattutto dai turisti stranieri.

Un po’ come capita a Ragusa Ibla, cuore vecchio della città di Ragusa, dove tra i vicoli candidi straripanti di fiori e l’ombra cullante del Duomo di San Giorgio sulle case del centro storico se ne stanno accoccolate botteghe artigiane e negozi che recuperano antiche tradizioni, rinnovandole ma senza perderle per strada. «Questo laboratorio l’abbiamo aperto nel 2014», racconta Paola Schembari, che insieme al marito Peppe è l’anima creativa e pulsante delle Ceramiche Francesco Pistone. «Fino al 2003 abbiamo lavorato a Caltagirone, dove io mi occupavo della decorazione delle ceramiche e Peppe della preparazione e cottura dell’argilla. Poi abbiamo deciso di metterci in proprio, lavorando dapprima in un piccolo laboratorio e poi aprendo i nostri spazi, a Marina di Ragusa e poi qui, a Ragusa Ibla». A muovere la loro attività, spiegano, è soprattutto la passione: per l’artigianato espressione dei luoghi che chiamano casa, per la creatività che si intreccia ai simboli del territorio (come i vasi “a testa di moro”), per la possibilità di esprimere il proprio legame con la tradizione.

Ma è anche ciò che capita a Modica, gioiello barocco dalle case bianco latte e dalle esplosioni di buganvillea fucsia a ridosso di muri scalcagnati e vicoli annodati di gradini, dove la tradizione storica del cioccolato si manifesta in botteghe e laboratori che preservano antichi metodi originali di preparazione, come l’Antica Dolceria Bonajuto, la più antica fabbrica di cioccolato in Sicilia.

Madonie di terra e di radici

Radici, innovazione e tradizione sono le parole d’ordine che definiscono anche altri territori dell’entroterra siciliano. Come le Madonie: site a poco più di un’ora di strada da Palermo, ricchissime di biodiversità, mondo montano che – eccezion fatta per l’Etna – conta le vette più alte della Sicilia e borghi silenti e ancestrali innervati da slanci innovativi e a basso impatto, le Madonie sono un cosmo di microcosmi pietrosi e storie che intrecciano passato, presente e futuro.

Un esempio su tutti? Il borgo di Gangi, gioiello color del miele raggomitolato come un gatto su una collina, immersa a sua volta in un paesaggio morbido di ginestre, prati e campi coltivati, che ha trovato la sua strada per il ripopolamento e il turismo (lento) grazie alla valorizzazione delle peculiarità del territorio. Ecco allora che sono state promosse iniziative di recupero del centro storico, sono stati ampliati il numero dei musei e delle occasioni di comunità, è stata potenziata l’accessibilità del borgo ed è stata favorita la nascita e il mantenimento di attività commerciali e botteghe artigiane (come il laboratorio del “maestro dei tamburi” Fabrizio Fazio) e la creazione o la rivalorizzazione di reti di sentieri sul territorio. «Siamo riusciti a instaurare un meccanismo culturale virtuoso, nella consapevolezza che la vera ricchezza di un paese è costituita dai suoi abitanti» spiega il sindaco, Giuseppe Ferrarello. «Se siamo riusciti a spiccare il volo e dare nuovo slancio al nostro paese, è perché ci crede anche la comunità». Oggi Gangi fa parte del circuito dei Borghi più Belli d’Italia.

Altro paese delle Madonie che ha fatto della vita comunitaria e della ripresa delle sua tradizioni i suoi punti cardine è Petralia Sottana, la “porta d’accesso” al Parco delle Madonie e paese Bandiera Arancione. «Il nostro è un paese di roccia e acqua» spiega il sindaco, Pietro Polito, mentre ci accompagna alla scoperta delle peculiarità del piccolo e vivace abitato. «Le Madonie erano un’antica barriera corallina e oggi ne abbiamo testimonianza nei numerosi fossili che abbiamo ritrovato sul territorio: siamo stati i primi in Europa a creare un Sentiero Geologico Urbano, per scoprire l’abitato sia nella sua storia geologica, sia in quella umana attuale». Anche a Petralia Sottana, l’anima del paese la fanno i suoi abitanti: artigiani come il giovane liutaio Mirko Inguaggiato, che ha scelto di restare anziché costruirsi il lavoro altrove, oppure come il magliaio Antonio Casserà, che realizza coppole variopinte e originali, oppure produttori come Dario Scelfo e la sua famiglia, che nel loro Giardino Museo a Gisa offrono sia ospitalità rurale, sia un piccolo museo dei mestieri madoniti della tradizione.

[L’articolo originale è stato pubblicato su infoSOStenibile, ottobre 2023]

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