domenica , 28 Aprile 2024

Grano, vita rurale e sovranità alimentare nei colli piacentini

C’è un punto, dopo il paese di Vernasca (PC), in cui il paesaggio si apre e s’allarga tutt’attorno a 180 gradi, come una macchia verdegialla di ondulazioni rurali, cespugli di ginestre, colline boscose. La strada prosegue in costa e pare di viaggiare sull’orlo dei colli, abbracciati da un cielo morbido e setoso che sa di campagna, di fieno, di animali. Ormai, l’agriturismo I Campi di Borla lo frequento da quasi un decennio: eppure, ogni volta, il panorama riesce a smuovermi dentro la stessa meraviglia della prima volta che vi sono capitata, per caso, a seguito di un amico che proprio qui, nel cuore dei colli piacentini, aveva organizzato tempo fa un workshop di illustrazione ad acquarello. Poi, la strada piega verso sud, lungo uno sterrato sconnesso, un cartello di legno indica la direzione: si scende attorniati da campi di grano e di girasoli, e infine eccolo lì, il casale. Eccoli lì, il fienile adibito a spazio laboratori e le rimesse dei trattori, delle trebbiatrici, delle scorte di grano Senatore Cappelli. Eccola lì, soprattutto, l’anima e il cuore di questo bellissimo progetto agricolo, rurale ed educativo: Donatella Mondin, la “resdòra” dei Campi di Borla, ex insegnante votata alla terra e alla trasmissione di saperi arcaici, cuoca rustica ed estrosa tra ortaggi ed erbe di campo, folletto d’energia e poesia indissolubilmente legato al luogo che, da vent’anni a questa parte, ha scelto di chiamare “casa”.

Un progetto di vita

«Quando ho avviato questo progetto, ho risposto a una esigenza che mi andava maturando dentro da tanto tempo» racconta Donatella, milanese di origine e migrata qui nel cuore della Val Borla piacentina ormai da oltre due decenni. «Quella cioè di tornare a parlare di cibo, cibo buono intendo, cibo etico e sano: e come si fa a parlare di cibo, se non si parla di come lo si produce e come lo si coltiva? Come si fa a parlare di cibo senza parlare anche di terra?»

E’ a Milano, dove Donatella lavorava come insegnante di scuola dell’infanzia, che la donna inizia a sentire l’esigenza di ampliare il concetto di educazione e sensibilizzazione ai temi legati all’alimentazione: non tanto su che tipo di alimentazione, ma su come la scelta del cibo e la sua produzione siano a tutti gli effetti elementi di resistenza, di etica, di presa di posizione netta contro un sistema che cannibalizza la biodiversità e la sovranità alimentare dei territori. Inoltre, da tempo con l’allora compagno Andrea nutriva il desiderio di spostarsi dalla città e ri-radicare la famiglia in un altro contesto: agricolo, appunto. Un cambio vita a tutti gli effetti.

Detto fatto: iniziano a guardarsi attorno, cercano il casale, esplorano i territori per scegliere quello che fa più al caso loro. Esplorano la Liguria, il Veneto, il Piemonte, ma niente da fare: fino a quando, inaspettatamente, un amico che abita nei colli piacentini segnala loro un casale in vendita nel comune di Vernasca, in Val Borla. «Siamo venuti a vedere il posto nell’aprile 2002» spiega Donatella «E ci siamo detti ‘ora o mai più’, perché ormai erano molti anni che cercavamo. Così eccoci qua: il 22 dicembre 2002 abbiamo fatto il rogito».

Fattoria didattica, agriturismo, casa

Quello di Donatella, dicevamo, nasce come un progetto educativo: avvicinamento alla terra, ai cicli delle stagioni, alla vita rurale e genuina. Ma anche conoscenza del ciclo del cibo, manualità, conoscenza del bosco e delle piante… Il tutto basato su un approccio pratico, sulla filosofia del fare, sporcarsi, toccare e vivere esperienze in prima persona. «Penso che sia necessario un cambio di passo in termini di educazione: l’educazione non può essere solo nozionismo sterile e omologato, deve diventare esperienza, stimolo, creatività» spiega.

Non a caso, infatti, il progetto de I Campi di Borla parte prima di tutto come fattoria didattica, ed è iscritto dal 2004 nel circuito delle fattorie didattiche dell’Emilia Romagna: l’idea di Donatella è quella di proporre vacanze ed esperienze rurali e “selvatiche” per bambini e ragazzi, dalle scuole primarie fino alle secondarie di primo e secondo grado, così come laboratori e workshop dedicati anche a gruppi di adulti, persone diversamente abili, anziani… Insomma, tra i colli ondulati e agricoli della Val Borla, laddove i colli piacentini iniziano a piegarsi nelle vallate boscose dell’Appennino più alto, inizia a crescere un piccolo germoglio di rivoluzione operosa, mani nella terra e sguardi bambini che tornano a scoprire la bellezza della natura e la sua complessità.

«Prima siamo diventati fattoria didattica, poi azienda agricola biologica certificata e agriturismo, nel 2006» continua a raccontare Donatella, e per seguire il filo della storia bisogna seguire anche lei che si muove incessantemente dalla cucina all’orto, dalle stanze al fienile, sempre all’opera, mai con le mani in mano, e sempre un grande sorriso a illuminarle gli occhi gentili e calorosi. «Nel mezzo, cioè nel 2005, abbiamo avviato i lavori di ristrutturazione e siamo venuti qui a vivere in pianta stabile con i nostri figli, Gregorio e Gaia».

Partire dal cibo (sano)

Al netto dei racconti, specifica Donatella, non è sempre stato tutto rose e fiori: e dietro quello che oggi, a distanza di vent’anni, è ormai quasi una piccola istituzione del territorio, ci sono state e ci sono tutt’ora fatiche, disagi, incomprensioni, difficoltà. Gestire gli spostamenti, la scuola dei figli e la quotidianità familiare non è sempre facile; e non è facile nemmeno gestire i 14 ettari di terreno in cui consiste l’agriturismo: uno spazio immenso, che decidono di coltivare prevalentemente a grano duro tipo Senatore Cappelli, oltre a un frutteto di specie antiche, un piccolo vigneto, l’orto e aree a bosco. Il tutto, ovvio, senza utilizzare prodotti chimici, insetticidi, funghicidi, diserbanti né fertilizzanti, e usando solo poche macchine agricole.

«Il grano duro Senatore Cappelli è un grano antico originario del Nord Africa e largamente coltivato nel sud Italia nei primi del ‘900, è più digeribile e ha un glutine diverso dai grani moderni» spiega Donatella «Inoltre, non ha mai subito le alterazioni  delle tecniche di manipolazione genetica. Queste caratteristiche, unite alla buona esposizione a sud dei nostri campi e dall’assenza di colture intensive, ci permettono di non conciare il seme, non concimare (riducendo così drasticamente il rischio di malattie fungine) e di adottare una “semina larga”, ben areata, molto più sana per il prodotto. Insomma, l’idea è sempre stata quella di tornare a produrre grano “come una volta”, grano buono per pane buono: e il pane, lo sappiamo, è la base dell’alimentazione umana. Tornare a prepararlo con farine buone, sane, nutrienti è un atto di resistenza a un sistema che vuole togliere il diritto al cibo sano, locale e vicino a favore delle multinazionali».

Oltre al grano e alla farina Senatore Cappelli, oggi l’agriturismo I Campi di Borla produce anche biscotti e pasta, sale alle erbe locali, conserve e composte di frutta e verdura, cesti natalizi e confezioni regalo. L’anima agricola del progetto di Donatella continua a intrecciarsi con quella educativa: anno dopo anno continuano i laboratori, continua l’ospitalità che sa di casa e di famiglia, continuano le vacanze rurali per grandi e piccini… E anche se la vita pone dinnanzi talvolta a svolte inaspettate (Donatella e Andrea hanno imboccato strade personali diverse, anni fa), allo stesso modo favorisce incontri, scambi e collaborazioni nuove.

A distanza di vent’anni, I Campi di Borla sono ormai un punto di riferimento in materia di autoproduzione, agricoltura biologica, energie alternative e vita rurale.

Vacanze rurali e falegnameria didattica

A vivere con Donatella all’agriturismo è da qualche anno anche il compagno Gino Chabod, falegname (e, in verità, tuttofare) di origina valdostana che con lei condivide lo sguardo focale sull’importanza di avvicinare i bambini e i ragazzini – ma anche gli adulti – ai saperi manuali, ai vecchi “saper fare” che caratterizzavano la quotidianità delle persone fino a pochi decenni fa. Donatella e Gino si sono conosciuti qualche anno fa durante la fiera degli stili di vita sostenibili “Fa’ la Cosa Giusta” di Milano, dove lei presentava l’associazione delle fattorie didattiche piacentine e lui il suo progetto di falegnameria didattica, un vero e proprio laboratorio di lavorazione del legno a misura di bambini. Oggi, la falegnameria didattica è uno dei punti di forza dei Campi di Borla e uno degli spazi più apprezzati dai grandi e piccini che scelgono di trascorrere qui qualche giorno, per le vacanze rurali (Donatella e Gino le organizzano tutte le estati) o per semplici vacanze immersive tra natura e buon cibo.

«Ci piace l’idea di offrire occasioni di esperienza su più livelli» racconta ancora Donatella. «Qui si può lavorare, rilassarsi, meditare. Ci si può allenare nel corpo e tonificare nella mente. Crediamo in valori che a volte sembrano desueti: l’accoglienza genuina, la cucina stagionale e casalinga, il pane lievitato naturalmente, l’attenzione all’ambiente e agli sprechi… Ma anche e soprattutto il gusto di stare insieme, di riscoprirsi esseri umani in natura, di misurarsi con la meraviglia di un cielo stellato o di una farfalla sullo stelo… Valori semplici, forse, ma che raccontano della possibilità di vivere in modo diverso. Di costruire, anche, un modo nuovo per il futuro».

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