martedì , 10 Dicembre 2024

Due amici e un allevamento di alpaca

«La prima cosa che ho pensato è stata “È pazzo”. La seconda, “Perché no?”». Così Andrea Giorgi racconta il suo primissimo approccio con l’idea dell’amico Giacomo Mignani che, nel giro di pochi anni, avrebbe cambiato a entrambi la vita: giovani, curiosi e appassionati, i due bergamaschi sono infatti i fondatori di Alpacasnigo (dal nome del paese, Casnigo appunto), il primo allevamento di alpaca nella provincia di Bergamo, un’avventura che è partita come un’intuizione improvvisa ed è diventata un’occasione di radicamento sul loro territorio, qui, nella Val Gandino che sale laterale dalla Valle Seriana, terra dalla fortissima e radicata tradizione tessile e rurale.

Dal Sud America alla Val Gandino

Incontriamo Giacomo e Andrea in una di quelle giornate in cui il meteo decide di ricordare a tutti che ad avere l’ultima parola è lui: piove a dirotto, di quella pioggia grigia e insistente che non cessa un attimo. Il paesaggio è intriso d’acqua, e quando arriviamo alla sede di Alpacasnigo, i due amici ci aspettano sotto una tettoia, mentre gli alpaca – imperturbabili nei loro folti velli marroni, bianchi e neri che li proteggono dalle intemperie – ci studiano da lontano, i colli allungati e i grandi occhi scuri attenti a ciò che succede attorno. «Non è capitata la giornata migliore di tutte, per vederli», ride Giacomo. «Quando non piove, sembrano ancora più soffici, oggi invece la fibra è tutta appiccicata al corpo». Sono animali timidi, ci spiega. Curiosi, ma timidi e schivi. L’idea di avvicinarsi a questi animali è stata sua, circa cinque anni fa, dopo aver visto un programma televisivo che ne raccontava le peculiarità e le caratteristiche.

«Ho sempre avuto un’attrazione per il Sud America, l’ho anche girato zaino in spalla qualche anno fa. Forse è per questo che mi ha colpito scoprire che anche in Italia si iniziava ad allevarli. Non avevo mai pensato di avere degli animali, prima, ma ho iniziato ad approfondire la cosa. Più mi informavo, più mi incuriosiva. E così ho coinvolto anche Andrea».

Andrea, a differenza di Giacomo, la passione per gli animali ce l’ha da sempre: ma, ci spiega, aveva sempre pensato ad animali “nostri”, vacche, capre, pecore, animali tipici del contesto locale. «Quando Giacomo mi ha parlato di alpaca ho pensato che avesse bevuto», ammette. «Però l’idea ha subito attecchito. E così abbiamo cominciato, passo dopo passo, imparando sulla nostra pelle cosa significasse il detto popolare secondo cui l’allevamento è “affare di sangue, oggi si ride domani si piange”. Abbiamo girato otto allevamenti per capire come fare e per trovare i nostri primi animali: erano Cristal, Tierra e Heidi, due femmine gravide e una cucciola, che abbiamo comprato da un allevamento in Valle d’Aosta. Era il 13 ottobre 2017».

Cuccioli e lana

Oggi Giacomo e Andrea possiedono dodici animali, di cui quattro maschi adulti, sette femmine e un cucciolo. Alpacasnigo si occupa di allevamento, riproduzione e – soprattutto – della pregiata fibra, erroneamente chiamata “lana”, utilizzata già dai tempi degli Inca, da cui si ricavano trapunte imbottite, sciarpe, scialli, berrette, copertine per neonati e gomitoli in mille diverse sfumature di bianco panna, beige, marrone e nero. «Gli alpaca vengono tosati una volta all’anno. All’inizio ci siamo affidati a dei tosatori professionisti, ma ora abbiamo imparato a farlo noi in autonomia», spiega Giacomo.

«Abbiamo anche frequentato dei corsi di tessitura e di veterinaria, per comprendere sempre meglio i nostri animali».

Per le gravidanze, invece, la questione è un po’ più complessa: la gestazione è infatti lunghissima, quasi un anno, e non sempre va a buon fine. Il che significa che si dovrà aspettare un altro anno per poter avere un nuovo cucciolo. «Sono animali bellissimi e complessi, per certi versi fragili, e ogni giorno impariamo qualcosa di nuovo, miglioriamo, ci facciamo le ossa giorno dopo giorno», continua Giacomo. «La cosa sorprendente è che li si associa ovviamente alle Ande, ma si adattano con grande facilità anche ai nostri contesti. Hanno un grande potenziale».

Un’occasione di radicamento

Potenziale che i due amici sperano di poter trasformare con il tempo in un lavoro a tempo pieno. Per ora, infatti, hanno entrambi altre occupazioni, e gli alpaca sono una grande passione di cui riescono a occuparsi solo nel tempo libero e nei fine settimana, destreggiandosi tra vari impegni e alternandosi nella gestione della stalla e degli animali. Organizzano passeggiate per i bambini e i gruppi, partecipano a manifestazioni e mercatini e promuovono il proprio lavoro con la dedizione di chi ha un sogno e lo vuole rendere realtà. E se Andrea, ci racconta, è stato sempre legatissimo alla Val Gandino, per Giacomo la situazione è stata diversa.

«Se mi fermo a pensare a cosa significhino per me questi animali, ti direi che sono un’occasione inconscia di radicamento», spiega. «Io sono sempre stato inquieto, volevo sempre andare via dal paese e dalla valle. Eppure con gli alpaca ho trovato qualcosa in grado di farmi fermare, di farmi stare bene qui, sul mio territorio. Qualcosa, forse, che dà un senso al restare».

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