giovedì , 18 Aprile 2024

Storie vs storytelling

Si può parlare di montagna senza trasformare il tema nell’ennesima occasione di storytelling? Si può parlare di montagna senza trasformarla in un prodotto da piazzare sul mercato? Scrivere di montagna mi sta insegnando ad andare oltre i proclami, a scrostare le storie dallo storytelling che troppo spesso le attanaglia, a cercare l’osso delle cose anziché limitarmi all’arrosto in fumo che viene propinato.

Per questo non amo la retorica dei borghi, dei ritorni idilliaci, della restanza utopica. Restare o tornare ad abitare in montagna pone sul piatto considerazioni e valutazioni pratiche, concretissime: perché la natura è bellissima e così la vita più autentica, ma se hai figli e devi fare su e giù da una valle svariate volte al giorno per portarli a scuola, a fare sport, a incontrare gli amici, allora la questione cambia, tanto per dirne una. Perché ogni scelta, anche quelle più sentite, porta con sé aspetti da considerare e ponderare, e perché la vita quotidiana è fatta di carne, di sudore, di cose da incastrare e da mandare avanti, di lavoro e di servizi che a volte ci sono ma più spesso no, non solo di poesia e di slanci di idealismo.

Da quando ho iniziato a raccogliere storie di montagna, ne ho raccolte di belle e intense e ne ho raccolte pure di ridimensionate. Voci di persone che sì, sono felici della propria scelta, ma al tempo stesso chiedono (anzi esigono, visto che pagano le tasse come tutti gli altri) di non essere trattate da riserva indiana alpina, da resistenti che devono scontare con l’eroismo e con la fatica una scelta di vita controcorrente. Persone che ammettono le difficoltà, che escono dalla narrativa scintillante delle aree alpine e rurali come novello Eden e che le raccontano per quello che sono: zone ricche di potenzialità e di bellezza, ma anche di problematiche accumulatesi nel tempo, problematiche che spessissimo sono lasciate in carico a chi torna ad abitarle anziché a chi avrebbe la responsabilità, anche politica, di occuparsene.

Quindi ecco, forse… Forse è il caso di abbandonare lo storytelling, che trasforma tutto in un prodotto da vendere o sfruttare, e tornare a parlare di STORIE. Quelle vere e non sempre scintillanti di chi abita i territori e li rende fruibili anche per chi passa ogni tanto e poi pontifica sui territori altrui…

Erica Balduzzi, 14 marzo 2022

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